Rita e Luca si sono sposati il primo giorno di primavera; il loro matrimonio ha l’atmosfera accogliente e suggestiva delle nozze invernali, con un’ispirazione fresca e primaverile. Gli sposi hanno curato e personalizzato ogni dettaglio, preoccupandosi in particolare di creare un’esperienza indimenticabile per i loro ospiti, che sono stati coccolati con una degustazione di tè, un kit per l’intrattenimento dei bambini e uno di sopravvivenza (pieno di cosmetici e altri oggetti utili) nel bagno della location.
È unica e romanticissima anche l’idea delle lettere che Rita e Luca hanno scritto l’un l’altra, prima di farle volare insieme ai palloncini dopo la cerimonia. Vi lascio al racconto della sposa per scoprire com’è andata a finire!
Da Rita, la sposa… Io e Luca ci siamo sposati, dopo 10 anni di fidanzamento, il 21 marzo scorso, primo giorno di primavera e a partire dalla scelta del giorno, capimmo che ogni aspetto del nostro matrimonio non sarebbe stato casuale, ma ricercato, voluto, fatto nostro.
La proposta è arrivata da Luca nella vigilia di Natale dell’anno prima dopo aver scartato i regali con la musica di Enya in sottofondo. Va da sé che quello che avremmo desiderato era un matrimonio romantico, delicato, che parlasse soprattutto di noi.
Anche se non abbiamo avuto un vero e proprio tema conduttore, la primavera è stata in qualche senso il fil rouge della nostra giornata e di tutto ciò che l’ha preceduta: il simbolo della nostra nuova vita che sboccia, il viaggio atteso da una vita verso il Paese dei Ciliegi in fiore (il Giappone) e di conseguenza le decorazioni che mi sono divertita a realizzare con i fantastici perforatori di Martha Stewart proprio a tema fiore di ciliegio. I colori che abbiamo scelto li abbiamo legati a questa atmosfera e sono stati quindi il color pesca abbinato all’oro per un effetto più vivace.
Nei giorni precedenti il matrimonio, il maltempo sembrava non abbandonarci; invece quel 21 marzo la giornata si è presentata con una luce molto particolare, sospesa tra un timidissimo sole e qualche nuvola di pioggia che sembrava dire: “non vi preoccupate, per voi si aspetta…” Questa luce è stata sfruttata in maniera fantastica dai Joyphotographers di Torino e da Piero Carchedi per la parte video, che hanno saputo creare un’atmosfera molto intima rendendosi quasi invisibili!
Diversamente da quanto avessi mai potuto immaginare mi sono preparata in una surreale tranquillità, forse anche supportata dalle mie famose check-list, sparse ovunque per la casa per evitare di dimenticare qualcosa e che devo dire hanno funzionato egregiamente! Nessuna tensione e nessuna scena isterica… Ero semplicemente “felice” e non desideravo altro che vivere il presente.
Per combattere il clima ancora piuttosto frizzante, ho indossato una mantellina in lana morbidissima cui sono molto legata perché mia mamma la usò il giorno del mio battesimo; rispetto ad allora le proporzioni sono cambiate ma “l’abbraccio” che ho avvertito è stato lo stesso. Alle mani avevo un paio di magnifici guanti realizzati all’uncinetto, un regalo della bravissima mamma del nostro testimone, e in quanto amante dei profumi, ne ho scelto uno che non fosse legato a nessun ricordo passato ma che in futuro mi potesse riportare a quel magnifico giorno: non a caso si chiama “Happy”.
L’artigianalità dei dettagli ci affascina da sempre, ecco perché mi sono innamorata di un paio di scarpe della bravissima designer Chie Mihara dal gusto un po’ retrò le cui applicazioni floreali in pelle mi riportavano allo stile romantico-floreale che tanto desideravo. Luca invece per le sue scarpe si è affidato alle sapienti mani di una giovane artigiana tedesca, Saskia, unica donna in questo campo a Firenze. Solo durante le foto paesaggistiche post-cerimonia, passeggiando nei prati ancora bagnati dagli acquazzoni dei giorni precedenti, ho ceduto agli stivali da pioggia…è stato così divertente!
Simmi, nella persona della dolcissima Camilla, non si è solo occupata delle decorazioni floreali: la grande sintonia che si è creata tra noi appena ci siamo conosciuti ha permesso di dare vita a tutte le idee che frullavano nella mia testa ma che lei avrebbe ricreato molto meglio di me con tutto il materiale decorativo a sua disposizione (pur essendo io una fanatica del fai-da-te, a volte, questo può rivelarsi più costoso e poco pratico rispetto ad un noleggio). Inoltre, cosa importantissima, Simmi è stata la “direttrice d’orchestra” tra gli altri compagni di viaggio che avevamo scelto (fotografo, musicista, ristoratore) e ha permesso che tutto si svolgesse in maniera fluida e armoniosa lasciando a noi il piacere di goderci ogni singolo momento.
Luca si è preparato a casa dei suoi genitori circondato dagli amici più cari. Quella mattina, grazie alla complicità del nostro testimone, ho deciso di invertire la tradizione, facendo recapitare al mio futuro marito un regalo simbolico con un messaggio tutto per noi, per riempire quegli ultimi momenti che ci separavano. Devo dire che è stato per lui totalmente inaspettato e ha contribuito a creare una bellissima atmosfera di attesa, perché si sa: le cose attese sono anche le più belle.
La cerimonia in Chiesa è stata magnifica: celebrata dai nostri cari amici Don Luigi e Don Claudio e allietata dai canti delle fantastiche ragazze del Coro Cantaurea di cui faccio parte (tra cui era presente anche mia sorella). Insieme abbiamo cantato ai matrimoni di tanti amici e quando è toccato a me e Luca le ragazze si sono prodigate per dare il meglio e io, come da nostra tradizione, ho cantato con loro l’ultimo canto con cui si concludeva la cerimonia in Chiesa. Anche per il coro avevo preparato degli accessori a tema: una spilla color oro e una cintura in raso color pesca realizzata con lo stesso nastro usato per decorare il mio bouquet.
Oltre al tradizionale lancio del riso, che ho mischiato a paillettes oro e fiori di carta, io e Luca abbiamo voluto dar vita ad un momento per noi simbolico: qualche giorno prima del matrimonio abbiamo deciso di dedicare l’uno all’altra una lettera segreta pre-affrancata contenente i nostri sentimenti, promesse e speranze per il futuro e quella mattina, sul sagrato della Chiesa, le abbiamo fatte volare via legate ad alcuni palloncini sapendo che sarebbero ritornate da noi nel momento più opportuno.
Beh, non ci crederete, ma la lettera che avevo scritto al mio futuro marito, è comparsa due giorni dopo il matrimonio nella nostra buca delle lettere con i ringraziamenti di chi l’aveva trovata e rispedita a noi, felice di aver partecipato seppur in maniera indiretta al nostro grande giorno. Non è romanticissimo?
La festa è continuata nel magnifico territorio delle Langhe (da quest’anno Patrimonio dell’Unesco) disseminato di dolci colline e vigneti, a dire il vero in quel periodo ancora un po’ spogli, ma in procinto di risvegliarsi dal torpore invernale. Non abbiamo resistito a qualche scatto sotto il maestoso Cedro del Libano in località La Morra (uno splendido albero piantato 150 anni fa da una coppia di sposi nel giorno del loro matrimonio) e alle panchine giganti, opera dell’artista Chris Bangle, con le quali siamo per un attimo ritornati bambini; per non parlare della Cappella sconsacrata delle Brunate ridipinta dall’artista Sol LeWitt: un’esplosione di colore!
Io e Luca condividiamo la passione per il cibo e i paesaggi in cui perdere lo sguardo e con la Locanda in Cannubi di Barolo è stato amore a prima vista. Questo ristorante eccezionale legato ai prodotti al territorio è guidato dalla grande competenza della Famiglia Bertolini che vanta una meravigliosa sala verandata con visuale da cartolina sui prestigiosi vigneti del Nebbiolo. Questo connubio ha permesso a noi tutti di appagare il palato e la vista al calduccio (era pur sempre marzo!) dietro queste grandi vetrate tanto che ci sembrava di stare all’aperto…cosa potevamo desiderare di più!
Il nostro tableau è stato un’idea di Luca, a suo dire piacevolmente coinvolto nei preparativi (chi ha detto che debbano essere una prerogativa tutta femminile?!). Prendendo in prestito il gioco del “se fossi” ( o meglio, “se fossimo”) abbiamo condiviso con i nostri invitati qualcosa del nostro piccolo mondo che ancora non conoscevano. E’ stato molto divertente per noi scegliere i soggetti da cui trarre i nomi dei tavoli e per gli invitati scoprire le nostre passioni. Quello che è piaciuto di più? Il nome del tavolo che rispondeva alla domanda: “Se fossimo una tradizione familiare?” La risposta era un piatto di pancakes (veri! da me cucinati qualche giorno prima) che io e Luca siamo soliti mangiare ogni volta che prepariamo l’albero di Natale. Il più romantico? Il tavolo denominato “25 dicembre” in risposta alla domanda “se fossimo un giorno dell’anno?” Volevamo infatti ricordare quel Natale di un anno prima dove tutto aveva avuto inizio.
Camilla di Simmi ha saputo disporre tutti questi oggetti che avevamo selezionato su una bellissimo mobile di legno del ristorante che a fine serata ha cambiato veste ed è stato da lei trasformato in un dolcissimo tea corner contenente una selezione di tè che io e Luca avevamo raccolto durante i nostri viaggi.
E per finire quale poteva essere la ciliegina sulla torta? proprio lei! Una delizia di cioccolato e nocciola (e come poteva essere altrimenti nel territorio in cui è uno dei prodotti principali) che abbiamo fatto riprodurre in raffinate monoporzioni artisticamente disposte da Camilla su una struttura accompagnata da tanti romantici dettagli per un effetto delizioso.
Quanto alla bomboniera volevamo che fosse “vissuta” e partecipata dai nostri invitati come tutto il resto del matrimonio (e quanto meno utilizzata almeno una volta nella vita!). Abbiamo pensato che all’interno di qualsiasi cerimonia il brindisi è il momento più toccante, nel quale ci si augura tutto il bene, quello vero: abbiamo quindi fatto serigrafare il nostro logo sui flûte dei nostri invitati con i quali durante la serata abbiamo suggellato molti brindisi e che alla fine si sono portati a casa all’interno di una confezione-bauletto composta sul momento. Al posto dei confetti abbiamo abbinato una scatolina, altrettanto personalizzata, contenente le Pastiglie Leone a ricordo dell’antica bombonnière (scatolina di bonbon) dalla quale deriva proprio il termine bomboniera.
Abbiamo ancora avuto il tempo di divertirci con gli amici a creare giochi di luce con gli sparklers quando sono cominciate a cadere le prime gocce di pioggia, ma oramai era scesa la sera e il nostro matrimonio non avremmo potuto desiderarlo e immaginarlo migliore di così!
Credits
Floral & Event designer: Simmi // Fotografia e video: Joyphotographers // Ricevimento: Locanda in Cannubi // Abito sposa: White le spose Torino // Scarpe sposa: Chie Méhara // Scarpe sposo: Saskia //
Make up designer: Roberta Miglioretti
Chiara dice
Devo dire che è stato uno dei matrimoni meglio raccontati! Mi piace quando la descrizione delle foto non si limita a qualche riga, ma racconta una storia d amore e il giorno che lo corona!
Leggerla è stato coinvolgente e appassionante. Bellissimo matrimonio. Congratulazioni